Differenze nord e sud Italia. Perché non utilizzare un Hospice?

La sanità può essere hospicedefinita l’essenza di divari sociali e geografici.

E’ noto, tuttavia, che il divario tra nord e sud Italia è abissale, soprattutto per quanto riguarda la sanità.

Il primo dato che salta agli occhi è legato al costo del personale. La Sicilia, per esempio, evidenzia un numero di medici ogni dieci posti letto che è il doppio di quelli utilizzati in Friuli Venezia Giulia.

Oltre all’elevata spesa sanitaria, non è da dimenticare l’efficacia delle cure. In questo campo, emerge il quadro di un Paese diviso. Basta il dato sul numero di indagini per omicidio colposo, nei confronti dei medici, in cui le regioni del Mezzogiorno hanno indubbiamente le percentuali più alte, con Reggio Calabria che raggiunge il 36%. Questi dati sono solo lievemente bilanciati dall’ottima efficienza di alcuni ospedali, tra cui quelli di Bari, Lecce, Caltanisetta e L’Aquila. Il triste primato dei decessi causati da presunti errori spetta alla Calabria, seguita rispettivamente da Sicilia, Calabria, Lazio e Campania. La differenza della qualità sanitaria tra meridione e settentrione si nota anche dalle diverse diseconomie. Questo si può notare anche dal numero di ospedali costruiti e mai completati, di cui spesso si parla nei servizi del programma televisivo Striscia la notizia. Ma non basta. I servizi mandati in onda dal telegiornale satirico mostrano anche i problemi relativi al sovraffollamento dei pronto soccorso, in cui i malati sono costretti a passare svariati giorni e varie notti nei corridoi delle strutture. Una piccola parte dei problemi relativi alla sanità potrebbe essere attenuato dagli Hospice, che, però, a differenza di quanto accade al Nord, al Sud sono in numero ristretto. Il numero di posti letto presenti nelle regioni del Sud è decisamente inferiore rispetto al Nord.

Ma cosa sono esattamente questi Hospice? Si tratta di strutture sanitarie nelle quali i pazienti, ormai entrati nella fase terminale della malattia, sono seguiti dal punto di vista psicologico e fisico da medici specializzati che, intervenendo con terapie, cure palliative e sostanze oppiacee, cercano di limitare al massimo sofferenze inutili. In Gran Bretagna è addirittura sorto un movimento sociale e culturale chiamato “Hospice movement”, il cui obiettivo è quello di evitare che i morenti non vengano uccisi socialmente prima del tempo.

Le soluzioni ci sarebbero, nonostante il periodo di grave crisi economica. Basterebbe un po’ di buon senso e un impegno reale e sentito da parte di chi ne ha la competenza. Ammalarsi nel posto giusto e al momento giusto non dovrebbe essere questione di “fortuna… con la C maiuscola”.

Ciro Fanigliulo

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