L’immagine della società

IMAGINE“Imagine there’s no countries, it isn’t hard to do. Nothing to kill or die for and no religion too. Imagine all the people, living life in peace…” Immagina, immagina… sì, perché, alla fin dei conti, si tratta solo di immaginare. Quindi, immaginiamo che non ci siano Paesi, che non ci sia nulla per cui uccidere o morire, in un mondo in cui non c’è spazio neppure per la religione, perché sono tutti troppo intenti a “vivere la vita in pace”.
Immaginiamo, perché siamo ragazzi, immaginiamo perché siamo tutti un po’ sognatori, come John Lennon.  Ci piacciono le sue idee, siamo innamorati di un qualcosa che non esiste, di un inganno, di una mera illusione.

Ma, purtroppo, l’immaginazione non è realtà e la vita è tutt’altro che immaginazione. Se fosse semplice concretizzare i nostri sogni, molto probabilmente nel mondo non vi sarebbero guerre, sempre causate o da motivi religiosi o per l’egemonia territoriale.

Nel momento in cui sentiamo parlare dell’ISIS, nel momento in cui i telegiornali raccontano la storia di una ragazza suicida, nel momento in cui ci viene raccontato che il diverso è sbagliato, solo allora ci rendiamo conto che la libertà è solo un concetto astratto che, in realtà, non esiste. Nel mondo non vi è più alcun equilibrio, non c’è rispetto, soprattutto quando dalla libertà, ipotizzata come giusto mezzo aristotelico, si passa alla non-libertà con estremismo e, in questo caso, si parla di schiavitù e nichilismo.

Proviamo a pensare che mondo sarebbe se la nostra cultura non invadesse i ‘fragili spazi’ di quella orientale; e se dal vicino oriente non reagissero con così irruente violenze a discapito anche di chi, senza colpa, è innocente. La risposta è facile a darsi: vivremmo in pace.

Il problema è che siamo di opinioni e idee completamente differenti, un accordo sarebbe impossibile da trovare. E’ giusto, quindi, accettare l’idea di un mondo che non sarà mai unito? E’ giusto accettare il fatto che la Chiesa, con la C maiuscola, intesa come comunità, sia la prima a puntare il dito, ad accusare, ad essere così poco tollerante? E’ veramente questo l’insegnamento che ci vuole dare “dio”? Un dio che può essere inteso come cristiano, piuttosto che islamico, anche un dio che sia divinità e, quindi pagano, un dio insomma che non ha religione. Domande retoriche! E’ inutile darci una risposta, perché l’intento di queste domande è quello di sporgere denuncia nei confronti di una società che, se è vero che descrive ciò che siamo diventati, allora sarebbe davvero il caso di correre ai ripari.

Stiamo facendo la figura dei trogloditi; ci basta aprire i libri di storia e…. voilà: ciò che leggiamo è il passato o il presente? A quanto pare non è un caso se si è soliti dire “la storia si ripete”. Sfoglia, 1571: Battaglia di Lepanto; gira pagina, 1588: Battaglia della Manica; torna indietro: le crociate. Ma non finisce qui. Infatti, possiamo anche “divertirci” ed aprire il libro di filosofia ed il collegamento col presente fa quasi paura. “Nessun centro di studio raggiungerà la fama di quello egiziano, che vedrà secoli di splendori, prima di venire completamente distrutto, nel 642 d.C., a opera degli ancora rozzi guerrieri dell’Islam.”

Sarà saltato alla mente di tutti i lettori: meno di un mese fa l’ISIS ha attaccato il museo di Baghdad, con l’intendo di distruggerlo e seminare terrore. Quello che vogliono è toglierci la cultura e soprattutto l’identità. “I libri di storia sono grondanti di sangue”, ripete spesso la nostra professoressa. Speriamo solo che quando si parlerà degli anni nostri e quelli a venire non si parli di secoli di distruzione e degrado mentale, perché qui di progredita c’è solo la tecnologia.

“You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one. I hope someday you’ll join us and the world will live as one.”

Maria Grazia Tomaselli 3^E sc.

Francesco Sapio 3^E sc.

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