Seconda fatica della nostra collega Giuseppa “Pina” Colitta, “In odorato di santità”, appena edito, è già destinato a far parlare ancora della sua autrice, come è stato per “Nell’anima”, il suo romanzo di esordio.
Cento pagine di verità, in cui la scrittrice, grottagliese D.O.C., mette a nudo, senza veli, il suo “ego” (Anna – Pina) a dialogo con il suo “alter ego” (Betta – Pina).
“Quanta santità ci vuole per vivere oggi?”, si chiede Anna – Pina. “Quanta pazienza?” Ha, così, inizio un viaggio interiore, che tocca ogni aspetto della quotidianità. Come in un esercizio di brainstorming, il termine “santità” crea tanti acrostici con cui costruire una nuova riflessione.
Nel mare magnum della “santità”, diviene spunto di riflessione la pazienza che occorre in un rapporto di coppia, come l’importanza dell’essere donna in una società ancora segnata dal maschilismo o dal vittimismo; la quiete di un eremo dell’appennino Tosco-Emiliano, come la indignazione dei telespettatori di fronte a programmi spazzatura; la devozione di un cane che ama incondizionatamente anche un padrone malvagio, come la pazienza di cui si devono armare i giovani in cerca di lavoro, o i cittadini dinanzi alla ipocrisia di certa politica.
Tredici capitoli che si leggono d’un fiato; un flusso di coscienza, a tratti scomodo e mai scontato negli esiti; talora amaro, ma sempre sincero. Un’opera che non impone mai un punto di vista, ma che porta con sé “una piccola grande consapevolezza”: che, quando si tratta di vivere, “siamo sempre, inesorabilmente, al punto di partenza!”
Loredana Russo
