A volte ritornano… Un ex alunno della nostra scuola si racconta

A volte ritornano. Vincenzo Motolese, 24 anni, ex allievo del nostro liceo, ora laureando in infermieristica a Roma, sede di Tor Vergarda, ha raccontato in esclusiva la sua esperienza qui al liceo, dandoci, inoltre, dei consigli e spaziando su diverse tematiche.

Tu ora sei all’università: per quale motivo hai scelto infermieristica?

La mia scelta è stata dettata dal desiderio di aiutare la gente. Credo che questo possa rendermi più forte. Oltremodo, questo settore non verrà mai abbattuto dalla crisi, in quanto, purtroppo, ci saranno sempre degli ammalati. Ma, ripeto, non è una questione di denaro, bensì una mia scelta di aiutare chi ha bisogno. Ritengo che questo mi potrà rendere felice.

Bene, e con gli studi come va?

Da poco, ho terminato gli esami. Adesso mi sto dedicando alla preparazione della tesi, nella quale tratto un argomento di bioetica: l’eccessiva medicalizzazione.

Nello specifico, di cosa si tratta?

Sarebbe difficile riassumere questi argomenti in poche parole, in quanto potrei sminuirne la valenza, data la sua vastità. Comunque, in un quadro generale, la bioetica, una delle branche della filosofia, come rivela il termine stesso, è l’etica applicata alla vita, al “bios”, appunto. Ad esempio, uno dei grandi interrogativi che essa si pone è se prolungare il corso di vita delle persone in coma vegetativo permanente, riflettendo e cercando di stabilire se è giusto far vivere coi macchinari un uomo, o se privarlo della propria vita, tenendo in considerazione il volere dei suoi cari, di farlo vivere ad ogni costo, con la fioca speranza di un suo risveglio, e quello del paziente, il quale, probabilmente, preferirebbe l’aldilà, piuttosto che vivere da sofferente. Mentre, l’eccessiva medicalizzazione, discute riguardo ad esempio, l’abituale cattiva usanza di assumere troppi farmaci. Oramai, per un banale raffreddore, ricorriamo all’uso di antibiotici. Così facendo, arriveremo al punto in cui essi saranno totalmente inefficaci. Quindi, a tal punto, cosa faremo? Altro classico esempio è l’uso della chemioterapia sugli anziani. Ha senso adottare questa metodologia sugli anziani, in quanto troppo invasiva, tanto da farli soffrire? E, umanamente parlando, vale la pena far patire loro ulteriore dolore per poi prolungare, se tutto dovesse andar bene, di soli tre-cinque anni, il loro corso di vita, data la loro già avanzata età?

Come è stata la tua esperienza da studente, qui, nel nostro liceo?

Mi sono diplomato nel 2011. Ho frequentato il corso E e sono stato bocciato una volta. Devo dire che la bocciatura non è stata un dramma per me, bensì un’esperienza costruttiva. Mi ha spinto, infatti, ad uno studio più assiduo e serio, e, oltretutto, mi ha fatto comprendere il valore dello studio in sé.

In definitiva cosa ti senti di dire a noi studenti?

Credo che lo studio non debba essere finalizzato al voto, ma ad arricchire le proprie conoscenze. So che è difficile da comprendere a 17 anni, ma, cercate di fare tesoro di questo consiglio, perché, alla vostra età, il cervello apprende in tempi brevissimi, e vi garantisco che, già alla mia età, la mente ha dei tempi più lunghi. Penso, inoltre, che sia importantissima la lettura, oltre che l’essere aggiornati sull’attualità: perché inorridisco al pensiero che i ragazzi di oggi ignorino la politica. D’altronde, leggere arricchisce il proprio lessico. Io sono arrivato a leggere un libro al giorno alla vostra età. Vi consiglio di studiare, poiché siete in un liceo scientifico, ed esso può garantirvi un’ottima e completa formazione per l’università.

Michele Manica III D sc.

Angelo Patanè III D sc.

 

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